Venezia di notte, i tuoi occhi. Sono passati tanti anni da quando correvo con le automobiline a pedali , quelle fatte di legno verniciato, intorno alla Piazza Ariostea di Ferrara.
Sono passati tanti anni da quando giocavo con le rane sulle sponde del fiume Savena nella prima periferia di Bologna.
Sono passati tanti anni da quando mi sanguinavano i polpastrelli delle dita delle mani perché suonavo, per dieci ore al giorno, la chitarra con le corde arrugginite e la cassa crepata , che mi aveva regalato mio Zio, quando appena dodicenne mi ero appena trasferito con la mia famiglia a Padova.
Sono passati tanti anni da quando rincorrevo il mio sogno tra le strade trafficate di Milano ed abitavo da solo in un alberghetto vicino al Castello Sforzesco.
Tutto é molto sfuocato, immagini sovrapposte e ricordi non proprio così vivi.
Ricordo molto bene l’emozione provata quella volta che mi arrivò sulla bocca un improvviso e (per me) primo bacio partito da una ragazza un po’ più grande di me. Percepii il suo imbarazzo, aveva avuto la sfortuna di incontrare il giovane più imbranato e timido di Padova.
Ricordo il mio unico grande amore ed il bruciore di quella notte, nella quale mi scontrai con il rovescio infuocato di quella medaglia.
Ricordo la desolazione, la tristezza più profonda, la mia faccia incredula illuminata dal rogo dei miei sogni più belli, illuminati da quella luna che si infilò per sempre dietro a quel maledetto Ponte Molino di Padova.
Ricordo l’emozione provata nel correre sui prati innevati ed infiniti con i miei meravigliosi cani che mi seguivano felici e fedeli.
La prima canzone cantata in pubblico, la mia prima moto, il mio matrimonio, la donna più onesta del mondo.
Sono passati tutti questi anni ed io mi ricordo solo questo.
Venezia di notte sotto la pioggia, i tuoi occhi che mi facevano da ombrello.
Piccola pazza con quello sguardo di pirite, mi manca la tua risata, la tua anima attorcigliata alla mia, le nostre canzoni; riconoscerei il profumo dei tuoi capelli fra mille.
A Venezia, i colori si sono ormai seccati, il quadro é finito.
Eppure spenderei tutti i miei soldi per comprare tutti gli oggetti che hai toccato da quando sei nata, vorrei dormire sopra di loro, é solo la follia dei rimpianti, così é la vita .
Ah, se solo potessimo vedere tutto quello che ci circonda; il colore dei nostri pensieri, il colore dell’amore, il colore della sensibilità, se solo potessimo vedere anche i nostri spiritelli buoni che svolazzano sopra di noi.
A Venezia, i colori si sono ormai seccati, il quadro é finito. Io trascorro le mie ore ad osservarlo estasiato ed esterrefatto, il soggetto ero io , ho posato tutti questi anni senza rendermene conto…..