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Anima gemella

Anima gemella

Avevo vent’anni quando me ne andai via di casa. La mia vita in famiglia era diventata insopportabile, non certo per colpa delle mie sorelle, ma perché mio padre era un uomo che si divertiva ad offendermi in continuazione. Era una situazione pericolosa, alla quale mia madre si sarebbe dovuta ribellare, ovvero quel contesto in cui il padre entra in competizione con il figlio, cercando di minare la sua autostima.
Trovai una stanzetta minuscola, in sublocazione, nel pieno centro di Padova.
Qualche lavoretto saltuario mi permetteva di pagare l’affitto, per cui ero costretto dalle mie passioni a sacrificare gran parte della notte per studiare la storia della musica e la chitarra, il primo strumento musicale che mi era capitato tra le mani da quando avevo dodici anni.
La notte mi affascinava molto, un po’ per il silenzio, un po’ perché mi sembrava di captare strane cose in quell’aria piena di scintille e di stelle.
Ricordo che acquistai un librone edito dalle edizioni “Ricordi” che si intitolava “ Enciclopedia della musica”.
Appassionato fin da allora della biografia dei tanti grandi della musica cominciai a stilare una lista di tutti i compositori del passato che erano morti giovani.
Nel frattempo, dal punto di vista sentimentale, me ne capitarono di tutti i colori. Non ero certo un ragazzo che faceva divertire le mie fidanzatine. Io ho sempre vissuto in un mondo molto lontano dalla realtà, perché la mia mente aveva cominciato a “staccarsi” dal corpo proprio a causa del clima familiare teso e difficile, dal quale per forza di cose dovevo in qualche modo fuggire.
Chissà quanto si stancavano quelle povere ragazze mentre raccontavo a loro le vicissitudini di Fryderyk Chopin oppure dei disturbi mentali del povero Robert Schumann.
E’ triste comprenderlo adesso, ma credo che nessuna donna si sia veramente innamorata di me, almeno fino al periodo dei miei quarant’anni. Ma é così difficile innamorarsi? Ho sempre pensato che sia molto complicato perché tutto parte all’incontrario, ovvero dal lato fisico della faccenda. Negli anni ho capito che invece é l’attrazione mentale quella più misteriosa, quella che può conquistare per sempre, quella che ti può far provare alcune delle più meravigliose emozioni della vita.
Ma l’amore fisico e quello mentale possono veramente andare d’accordo? Forse sì. Se dovessi pensare al mio vissuto direi di no, ma sono sicuro che si tratta di un argomento molto complicato. Quanti di noi ad un certo punto della vita si sono messi a ragionare sul tipo di persona perfetto che avrebbero voluto incontrare. Per esempio: il corpo di Fabiola, la testa di Cristina, il carattere di Giovanna, il modo di far l’amore di Giada, i pensieri di Paola etc. etc.
E’ tutto di difficile comprensione.
Il mio amico Andrea, diceva che le persone speciali sono difficili da incontrare perché se ne stanno per i fatti loro.
Eppure nella mia vita c’é una donna che non ho mai sfiorato con un dito, alla quale ho perdonato tutto e alla quale sono molto legato. Ci fu un incontro di due anime. Lei se ne accorse in parte, perché essendo molto giovane si trovava ancora nel pieno della fase “fisica”. E’ l’unica persona che sento ancora a distanza di molti anni.
Credo che tutto dovrebbe partire dalla mente e che si dovrebbe cercare di “dosare” molto bene tutto ciò che riconduce al fisico.
Anima gemella, compagni di viaggio, amanti, sesso, attrazione fisica, attrazione mentale, é tutto un gran casino.
Io ho capito da molti anni che non é necessario partire dal presupposto che le persone cosiddette di bell’aspetto siano in possesso di chissà che grandi qualità perché il più delle volte non é così.
Tornassi indietro? Comincerei dalla mente per poi arrivare alla luce degli occhi e quindi scoprire dolcemente il corpo.

Carlo Zannetti

Carlo Zannetti

Cantautore, musicista e scrittore.

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