Ti ricordo, che abbiamo deciso proprio ieri!. La “sentenza” deliberata con estrema convinzione da entrambi, é stata suggellata da questa frase pronunciata a voce alta : “Da oggi , solo persone, cose e luoghi belli!”. Ti ricordo che poi tu hai aggiunto: “Schifo ? Basta!”. Dopodiché, una volta usciti di casa, mano nella mano , siamo entrati in un negozio e ci siamo comprati due vestiti nuovi , facendo naturalmente gli scemi di fronte agli altri clienti ed impiegati vari. Sono state due ore di prove estenuanti che ci hanno donato la “magia” di uscire vestiti peggio di prima. Ma in fondo che importa, ci siamo divertiti, abbiamo riso come pazzi, soprattutto quando la brava commessa ci ha detto: “ Ma io vi ho già visto da qualche parte!”. La tua risposta é stata della serie: “ Io e lui siamo i famosi Bonnie and Clyde!”. Così é iniziata la nostra giornata, con nuove canotte nere, pantaloni rigorosamente neri con inserti di pelle nera e tela leopardata, giubbo con collo in finta pelliccia nera ed ovviamente gli immortali “Doctor Martens 1460” neri, ai piedi . La vera domanda é quasi subito stata la più classica, ovvero: “ Ma non é che a 50 anni suonati facciamo ridere i polli così conciati?”. La tua risposta : “Carlo, the world is yours ! ”, ovvero “Carlo, il mondo é tuo!”. Dopo quindici minuti, ci siamo ritrovati in un cesso di sala di registrazione, con i “chewing gum” ormai neri, incollati su un lurido pavimento di linoleum. Di fronte a noi un simpatico grassone dal peso minimo di almeno 140 kg, con pantaloncini e cannottiera da basket a fiori. Lui, appoggiato ad un mixer lungo più o meno tre metri, se ne stava di fronte ad un posacenere modello copertone di camion, che recava la scritta “Budweiser” ed era pieno di mozziconi di sigarette e quant’altro. In quel momento la frase “Da oggi solo persone, cose e luoghi belli”, che mi risuonava nella mente dalle prime ore della mattinata si era trasformata in un grottesco evidente paradosso ed ero scoppiato a ridere come un pazzo. Tu ovviamente, che per natura, non sei in grado di resistere alla minima tentazione, ti sei subito lasciata andare in una clamorosa sghignazzata. In quel momento il buon grassone ci ha guardato e ci ha detto : “ Ma siete già drogati alle undici di mattina?”. La sua domanda ovviamente ha scatenato in noi una nuova ondata di incontenibile ilarità contagiosa che sembrava essere senza fine. Forse avevamo tanto bisogno di ridere. Ridere é un’abitudine che con il passare degli anni, purtroppo, nel corso della vita, ci si lascia piano piano alle spalle. Poi siamo usciti e ci siamo rifugiati dietro ad un cancello di legno nero e tu ridendo hai tentato di baciarmi ed io ho fatto la stessa cosa. Quando ci guardiamo negli occhi ci viene voglia di baciarci. Dopo pochi minuti siamo rientrati nello studio ed abbiamo scoperto che era immenso e meraviglioso. Soprattutto era tutto per noi. Il grassone, un po’ perplesso, si era già messo alla batteria, io avevo preso la mia chitarra e tu un’altra chitarra ed un microfono . Dietro ad un vetro c’erano altri tre soggetti che ci osservavano con un piglio malefico, sembravano quasi tre “scienziati” intenti a guardare le povere cavie nel corso di un esperimento. Un pianoforte a coda, un basso elettrico, una tastiera erano lì che luccicavano di fascino, erano pronti per conquistarci. John, il grassone, suonava tutto! John é un mostro di bravura e di raffinatezza. Attacca la batteria, il charleston sembra la camminata di una bella donna che indossa i tacchi e che corre per raggiungerti. Poi arriva il rock da quattro quarti, quello da 70 battiti per minuto, quello che mi fa impazzire. Tu sei di fronte a me e ti senti forte perché io ti seguo nota per nota con una precisione rara, molto rara, perché dettata dall’amore e dal contesto ultra professional. Io non ti perdo di vista neanche per un secondo, e tu questo lo sai. Quando tu inizi a cantare, John mi guarda esterrefatto, io comincio a rubare i tuoi pensieri, inizio a vedere le pareti che cambiano colore, mi domando come possa esistere una voce così bella in un mondo come questo. Questo mondo che mi ha sempre fatto tanta paura . Tu senti che io suono con sintonia telepatica amorosa e cominci a porre accenti strani sulle parole, perché tu sei una fuoriclasse, tu sei unica. Io in quel momento penso a tutto il dolore della tua vita, forse é per quello che sei diventata così. Hai iniziato a patire da ragazzina e poi il resto é facilmente immaginabile. Il prezzo da pagare per essere come te é un prezzo troppo alto, soprattutto nel momento in cui si scopre di non assomigliare a nessuno. I nervi sono così fragili, le lacrime sono sempre dietro l’angolo, e la gente non fa proprio per te. E’ un percorso senza indicazioni , all’interno del quale devi decidere da solo , non c’é nessuno che ti guida. E’ un percorso dove l’istinto fa da padrone. Ma quale istinto? Non ne abbiamo fatta una di giusta! Abbiamo suonato e cantato, abbiamo giocato la partita con una grandissima determinazione cercando di non rimanere seppelliti sotto i ruderi del passato. Forse abbiamo anche vinto, privi della consapevolezza che il tempo é come una valanga di neve che , prima o poi, scende come una furia e riesce a spazzare via ogni cosa .
“Da oggi solo persone, cose e luoghi belli!”, “Da oggi solo persone, cose e luoghi belli!”., “Da oggi solo persone, cose e luoghi belli!”. Schifo? Basta!
Nella vita chi decide di seguire certe strade ed é costretto ad imboccarle contando solo sull’istinto non ha mai nulla da perdere…..a parte l’amore.