Era freddo quella notte, e il cielo era ubriaco di stelle. Era una di quelle notti che sei solo anche se intorno a te ci sono altre persone. Levon infilò il suo braccio all’interno di quella casetta per cani, e tra i quattro cucciolotti che dormivano vicini come angeli, scelse quello in fondo nell’angolo di sinistra. Dolcemente lo trasse fuori e fece finta di annusarlo, lui in quel momento cominciò a scodinzolare. Fu così che nacque un grande amore, un amore di quelli destinati a durare per sempre. Era una femmina, una bastardina, si chiamava Carolina. La moglie di Levon sosteneva che Carolina fu la sua prima sposa. Io credo che avesse ragione. Quella splendida cagnolina aveva due magnifici occhi scuri contornati di rimmel, il labbro inferiore leggermente in fuori e i denti decisamente storti e sporgenti. In più aveva il pelo di tre colori differenti , ma le scarpette erano bianche. Lei assomigliava molto alla famosa attrice Audrey Hepburn. Un animaletto di dieci chili così elegante, intelligente, buono e con uno sguardo che era dolcissimo. Il famoso filosofo tedesco Arthur Schopenhauer diceva :”Chi non ha mai posseduto un cane, non può sapere che cosa significhi essere amato“. E’ proprio così, il nostro Levon aveva solo bisogno di sentirsi amato e l’amore arrivò con Carolina. Tra i due, nel giro di pochi giorni, si era instaurato un legame molto profondo. Molto spesso camminavano affiancati, zampa nella zampa, nel fresco silenzio di quelle albe felici. Quando Levon usciva di casa lei aspettava. Che lui rimanesse fuori quattro ore o due minuti per lei nulla cambiava , la quantità di feste era sempre la stessa.
Così descrivevo, nel mio primo libro, l’inizio di una delle storie più importanti della mia vita. Carolina purtroppo é mancata nel 2011. Dopo tre anni di lutto é arrivata Stella che potete vedere, insieme a me, nella foto in alto. L’altro giorno ero dal dentista con una di quelle lampade puntate in faccia e siccome non riesco e probabilmente non riuscirò mai a mettere un freno alla mia fantasia , ho cercato di immaginare di trovarmi in fin di vita e di essere costretto a rivivere solo alcuni dei momenti più belli della mia vita trascorsa, quasi come se essi fossero necessari per rendere meno drammatica e dolorosa quell’infausta circostanza . Probabilmente é proprio così che funziona, perché la nostra mente é così meravigliosa che ci può regalare sempre la vera libertà di un pensiero che in un batter d’occhio ci può condurre lontani dal nostro corpo, da una situazione, da una brutta scena . Forse é stato una specie di incantesimo nato sulla scia delle tante magie che si sono succedute nei miei trascorsi che ha voluto regalarmi un vero sollievo nel rievocare alcuni eventi così importanti, tra cui questo in particolare. Così ho visto nuovamente scorrere il viso di una donna che ho amato molto, il sorriso meraviglioso di Sinéad O’ Connor che stravince su tutto il male del mondo , il mio amico Andrea che aveva due fanali al posto degli occhi, il viso così comprensivo del mio amico Levon Helm e la mia chitarra di quando avevo 12 anni. Un cane che ho amato moltissimo, persone che ho amato da morire e che amo ancora adesso, uno strumento musicale che mi ha aiutato a sopravvivere nei momenti schifosi che si sono succeduti nel mio passato di fragile uomo indifeso, disorientato, romantico, pasticcione e generoso. Cosa penseremo in quel momento? Io penserò a questi ricordi ancora molto vivi in me e andando per esclusione, in primis alla mia amata Carolina e poi, con tutta probabilità sorriderò anch’io, pensando a quel sorriso che ha illuminato in un secondo tutti i lampioni spenti che giacevano da sempre negli angoli oscuri della mia vita.
La conclusione, cari amici, é che prima o poi ci saranno molto chiari i veri valori della nostra vita e che questa improvvisa consapevolezza ci potrebbe portare anche a comprendere che tutto il resto non era nulla di così importante, una sorta di folle corsa inutile verso un traguardo inesistente.
Amore, animali, chitarra, forever!